La mamma, con occhi furibondi e spalancati, guarda la professoressa e gli urla\”: mio figlio è un otto!\”
La professoressa è attonita ma non si scompone, lascia qualche secondo di pausa, e gli risponde:\” Signora suo figlio non è un numero\” .
A che livello è arrivata la (iper) protezione dei nostri figli? In un mondo che ci circonda, talvolta ci inonda, di grida, urla, gente che sbraita, inveisce sui TG, nei Talk, su questo social. Ovunque.
Abbiamo paura e a volte ci ritiriamo oppure, per stare in mezzo agli altri, diventiamo più aggressivi.
Ci facciamo raccomandare per stare nelle classi migliori, con i professori migliori, con i figli delle persone perbene come noi. Poi, nei salotti indorati, lo neghiamo pubblicamente, anzi deploriamo questo comportamento, e infine la sera andando a dormire, inquieti e insoddisfatti, mentiamo a noi stessi.
Parliamo con le maestre, i professori, cerchiamo scorciatoie, costruiamo una rete di relazioni che neanche la CIA, per un unico grande scopo : spianare la strada ai nostri cuccioli, far scomparire il dolore, la sofferenza, gli ostacoli, i problemi, le preoccupazioni, le difficoltà ai nostri pargoli.
Nella società che ci ha condannati alle \”prestazioni\”, dobbiamo portare i risultati, il voto alto ad ogni costo, e non ci sarebbe niente di male se questo tenesse conto di noi.
Della mente, del cuore e dell\’anima di cui siamo impastati.
Se si avesse la possibilità di dare spazio, tempo, voce ai nostri desideri senza confonderli con bisogni immediati da soddisfare. Se si tenesse conto di quali attività possono educarci, \”tirare\” fuori il meglio di noi, far risplendere la nostra unicità, vera unica ricchezza presente sul pianeta terra.
Nella coppia, con i figli, nel mondo del lavoro, in tutta la nostra vita.
E pezzo dopo pezzo costruiamo gabbie dorate, in cui i giovani adulti si ritrovano imprigionati, senza avere il coraggio, la determinazione, la costanza, la perseveranza di corteggiare la donna dei loro sogni, senza assumersi nessuna responsabilità in nessun luogo : casa, lavoro, amici, dignità personale.
E non si sa rispondere più a queste domande: \” Perché devo impegnarmi ? Perché devo superare queste difficoltà ?\”
E quando sarà di fronte alle prove che la vita ti metterà di fronte, perché succederà anche a te amico mio, dove affonderai le tue radici? Dove cercherai la resilienza, la forza, la determinazione, il coraggio.
Dove ?
Spenti i desideri e quindi le passioni, in una vita abbondante di tutto, perdiamo il sapore, il senso di ciò che dobbiamo compiere: l\’ avventura della nostra vita come padri e madri.
Come uomini e donne di speranza.