I 7 stati d’animo e di cuore che ho vissuto nella mia settimana del SILENZIO all’Eremo di Quorle della Fraternità di Romena.
E perché penso saranno così importanti nei prossimi mesi nella mia vita professionale e in famiglia.
1. L’impatto con il Silenzio è stato fastidioso e provocante, ha rotto gli schemi, le abitudini alle piccole cose e smontato futili routine, quelle a cui ci aggrappiamo ogni giorno per le nostre sicurezze scoprendo inevitabilmente, ogni volta, che non sono sicurezze.
2. Il Silenzio richiede pazienza, una merce rarissima pertanto preziosa; si può coltivare in tutto quello che nella vita non va, nelle attese disattese, nelle cose che non so fare, nelle persone che non capisco. La pazienza è virtù sana, oggi sconosciuta, siamo tutti persi nell’istantaneo, che allarga i nostri buchi interiori invece di saziarli.
3. E’ facilissimo auto sabotare l’esperienza di Silenzio, basta leggere molto, scrivere molto (sto scrivendo infatti alla fine dell’esperienza) e se non puoi usare lo smartphone nelle sue molteplici applicazioni (non c’è linea) allora fotografi. Riprendi i particolari della natura manco fossi un documentarista della National Geographic. Invece di fare bisogna stare. Respirare, accogliere i propri pensieri, ritornare con gentilezza e di nuovo stare.
4. Il Silenzio ha una forza creatrice in se, è capace di fare chiarezza per discernere segni che non avresti il tempo di capire, vedere, ascoltare, ammirare, godere, pensare tutti i santi giorni.
5. Aiuta entrare nel Silenzio comunicando a se stessi una forte sensazione di gratitudine, è un gesto semplice che risolve molto della complessità che viviamo nei luoghi dove abitiamo.
6. Il Silenzio è profondità, da emozioni tridimensionali, il canto degli animali nel bosco, il tempo scandito dei loro richiami e l’eco che ti porti dento e ti accompagna. E’ la profondità del Silenzio che crea unione anche in posti estranei.
7. Il Silenzio spesso si è mosso in modo ondivago tra i pensieri di mancanza e quelli di presenza, entrambi necessari ad una vita piena e felice. Mancanza fisica della famiglia, di Paola, Alessandro e Chiara, dei miei amici, di ciò che amo; mancanze che (ri) accendono i desideri; Presenza di una natura così forte, vera, autentica e per questo potente che ti trasforma, presenza di pace, presenza di compagni improvvisati, imprevedibili e misteriosamente in sintonia esistenziale con te.
Il Silenzio (ri) genera.
Parole sante, Luigi, che ti entrano nel cuore. A volte le cose più importanti e preziose le abbiamo così vicine che non riusciamo a vederle.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
E’ stato bello condividere con te questa esperienza forte e speciale, caro Luigi. Che il Silenzio ci accompagni anche nel nostro quotidiano
Grazie per avere condiviso anche in forma scritta la tua esperienza, così si possono rileggere le parole e farle entrare nel cuore. Un abbraccio a te e a tutti gli amici con cui abbiamo vissuto questa toccante esperienza!
Sto leggendo il libro della scrittrice e poetessa Chandra Livia Candiani dal titolo “Il silenzio è cosa viva” e voglio condividere alcune frasi che sento molto vere, dopo la nostra esperienza all’eremo di Quorle:
“il silenzio non è tacere né mettere a tacere, è un invito, è stare in compagnia di qualcosa di tenero e avvolgente, dove tutto è già stato detto. Il silenzio sorride.
Caro silenzio, aiutami a non parlare di te, aiutami ad abitarti. Addestrami. Disarmami. Tu mi insegni a parlare. Eccomi, mi lascio capire. Non lascio niente a casa, niente di intentato. Ci sono. In te. Arte del congedo per ritrovare.
Arte dell’a-capo che insegna a lasciarsi scrivere. Il silenzio semina. Le parole raccolgono.
Il silenzio è cosa viva.”