E se tuo figlio non corrisponde alle tue attese ?

Tutti i genitori portano con sé custoditi, e a volte ostentati, dei desideri per i propri figli.

Ma di chi sono questi desideri ? Colmi di bellezza, realizzazione, speranza per la realizzazione dei nostri pargoli ? Sono nostri, non dei figli.

E di cosa necessitano i figli ? Prima di ogni cosa di essere desiderati e amati.

E poi di segni, tra cui i più importanti sono le parole, così importanti da imparare a rispettarle, comprenderne i significati, la potenza emozionale che evocano; le parole non si dicono a caso, hanno un peso, che troppe volte ignoriamo per superficialità; le parole evocano emozioni e stati d\’animo che ci spingono in una direzione o in un\’altra, a fare o non fare scelte, a compiere azioni.

Federico II di Svevia,  imperatore poliglotta ed intellettuale, fece un esperimento che si rivelò crudele e inefficace. L\’imperatore  voleva scoprire quale fosse la lingua delle lingue, la lingua primigenia, per queso prese dieci neonati affidandoli a delle balie con il solo compito di nutrirli con il latte, vietandole però di parlare. I neonati, dopo poco,  morirono tutti.  

Ma se le PAROLE  nell\’infanzia del figlio manifestano la nostra presenza rassicurante, nell\’adolescenza diventano PAROLE ingombranti, che segnano limiti, spesso scontri. E loro, i giovani, iniziano a manifestare comportamenti che ci urlano: \” Non starmi addosso, lasciami fare l\’esperienza del mondo\”.

Tutta la genitorialità, diceva Massimo Recalcati in un modo geniale, si gioca tra un eccomi e un vai, tra il nostro senso di appartenenza e la spinta ad uscire e scoprire la propria parte nel mondo.

La vita del figlio, questo però dobbiamo accettarlo, ha diritto ad essere difforme dai genitori, dalle aspettative dei genitori, c\’è un diritto del figlio alla differenza e il dono della genitorialità è amare il figlio nella sua differenza.

Questo vuol dire continuare a crescere come adulti e mettere in conto che l\’esperienza che negli anni abbiamo accumulato potrebbe, in alcuni momenti della vita, non bastarci, non essere sufficiente, perché i figli potrebbero chiederci o fare cose che non abbiamo ne mai pensato ne mai visto.

E\’ questo il modo con cui permettiamo al ragazzo di diventare uomo, di esprimere il suo potenziale, di non replicarsi come fosse un nostro clone. 

    Nella vita possiamo decidere di essere tante cose, ma non possiamo decidere, da soli, di essere figli. Nessuno di noi ha scelto le sue origini, nessuno è padrone delle sue origini.

    Possiamo però scegliere di dare alla vita la sua vera grandezza e bellezza : l\’unicità di ognuno. L\’ unicità dei nostri figli. 

     

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